Prende
il nome dall'antica Potentia, prospera colonia romana
fin dal 184 a.C., distrutta -sembra- nel VI°
secolo,durante la guerra greco-gotica. Alcuni superstiti
della città avrebbero fondato, sul colle vicino, il borgo
di Monte Santo, attorno all'antica pieve di S. Stefano, la
quale sorgeva sul punto più alto (l'attuale piazza G.
Matteotti). Il primo documento che attesta l'esistenza
della pieve, |

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dipendente
dal vescovo di Fermo, e del nucleo abitato risale all'anno
947 d.C.. Nel 1128 il vescovo di Fermo, Liberto, riconosce
formalmente la "civitas" di Monte Santo. Il
Comune, nel corso del secolo XV°, allargando la cinta
muraria, vi comprende i borghi di S. Pietro (l'attuale
quartiere Galiziano), S. Giovanni, S. Paolo (ora quartiere
Porta Marina o Girola). Le mura e la rocca
del Porto (ove oggi sorge Porto Potenza Picena),
saranno rafforzate nel 1564. Due anni prima, pur tra
accesi contrasti e turbolenze, Monte Santo aveva resistito
al tentativo di infeudazione operato dalla S. Sede a
beneficio di Francesco d'Este, duca di Ferrara; la
popolazione santese aveva reagito con vigore e quasi
concorde, obbligando il duca a rinunciare al feudo.
Durante il Risorgimento, alcuni cittadini partecipano ai
moti marchigiani-romagnoli del 1817; qualche riunione di
" carbonari" si tiene proprio a Monte Santo. Il
Comune assume l'odierna denominazione il 21 Dicembre 1862.
Anche la collina prende il nome dall'antica Potentia, sita
presso la foce dell'ononimo fiume, prospera colonia Romana
fin dal 184 A.C., distrutta, sembra, nel VI° secolo
durante la guerra greco-gotica. Il nome Monte Santo fu
conservato sino al 1862, quando assunse l'odierna
denominazione. Il Comune, oggi, ha una popolazione di
circa 14.000 abitanti, residenti nel capoluogo e nei
centri di Porto Potenza Picena, San Girio (vi sorge il
Santuario del sec. XX°; all'interno: tela di B.
Biancolini 1791/93) Montecanepino, Castelletta. Le attività
economiche principali sono l'industria, l'artigianato e
l'agricoltura. Un mestiere di origine antica rimasto è la
lavorazione di damaschi, broccati di lana e seta eseguiti
dalle Suore dell'Addolorata (monachette).Il merlato
Palazzo del Podestà, d'origini trecentesche,
ristrutturato nel sec. XVIII° e XIX°; la Torre Civica di
G. Bevilacqua, il Palazzo del Comune, progettato nel sec.
XVIII° dal ticinese Pietro Bernasconi, collaboratore del
Vanvitelli (ha però subito interventi nel sec. XIX°) e a
fianco, il Teatro Mugellini (1856 / 63). |